AZIONE CATTOLICA ITALIANA

L'Azione Cattolica Italiana è un'esperienza di vita e di fede presente in circa 7000 parrocchie d'Italia. Da centocinquanta anni tiene insieme uomini e donne, bambini, ragazzi, adolescenti e giovani offrendo loro una proposta formativa attenta alla vita, aderente al Vangelo, orientata alla missione. Per farlo, l'associazione ha un suo Statuto e un progetto formativo.

 «La nascita dell'Azione Cattolica Italiana fu un sogno, nato dal cuore di due giovani, Mario Fani e Giovanni Acquaderni, che è diventato nel tempo cammino di fede per molte generazioni, vocazione alla santità per tantissime persone... È una storia bella e importante, per la quale avete tante ragioni di essere grati al Signore e per la quale la Chiesa vi è riconoscente. È la storia di un popolo formato da uomini e donne di ogni età e condizione, che hanno scommesso sul desiderio di vivere insieme l'incontro con il Signore: piccoli e grandi, laici e pastori, insieme, indipendentemente dalla posizione sociale, dalla preparazione culturale, dal luogo di provenienza... È una storia di passione per il mondo e per la Chiesa».

(Papa Francesco all'AC, 30 aprile 2017)

 

Anche a Parabita il fermento associativo prese piede, seppure un po’ di tempo dopo. Dobbiamo attendere il primo dopo guerra, infatti, perché, grazie all’opera del giovane sacerdote Gaetano Fagiani, si cominci a parlare di Azione Cattolica.

Anni ‘20

“Era il 21 novembre 1921 quando il giovane teologo don Gaetano Fagiani, esperto conoscitore del programma della Gioventù Femminile di Azione Cattolica in Italia, veniva proposto cappellano del nuovo tempio dedicato a Maria SS della Coltura.

Il reverendo sapeva che, al Santuario, si recava ogni prima domenica del mese, processionalmente, con bandiere e divise, tra fiori e canti, una numerosissima schiera di fanciulle, adolescenti e giovani, guidate dalla Signora Cataldi Pasqualina.

Erano associazione della lega Angelica contro la bestemmia e dei Paggetti che andavano a fare un’ora di adorazione collettiva e dialogata davanti a Gesù Sacramentato.

Don Fagiani, invitato ad intervenire ed assistere, rimase profondamente impressionato e commosso, nel veder davanti a sé, uno stuolo di giovani ben preparate.

Poteva realizzare il suo sogno! Poteva organizzare il Circolo Femminile di Azione Cattolica in Parabita, prima ancora che al centro diocesi se ne parlasse.

Dopo, il giovane sacerdote, invitata l’organizzatrice in sacrestia, così si espresse: “Ma qua hai tutte buone giovani! Se non trovassi nulla in contrario, potremmo fondare il Circolo Cattolico.”

Il consenso fu pieno e si lasciò alle giovani libertà di accettare o meno il nuovo statuto.

Per impegni di ordine diverso, la stessa Cataldi non poté accettare l’incarico di Presidente, che fu affidato provvisoriamente alla Signora Luisa Pagliarulo.

Successivamente, invitarono le giovani nella stessa sacrestia e il reverendo Don Fagiani parlò ad esse come parla un padre amante il bene dei propri figli, trovando le parole adatte a colpire e a convincere tanti giovani cuori.

Fu così che all’inizio un piccolo gruppo di una decina di persone che poi, man mano, andò aumentando, si mise all’opera.”

Nasceva, in questo modo, l’Azione Cattolica a Parabita la quale, secondo lo stesso don Fagiani, nel1926 era completa in tutti i suoi rami.

Anni ‘30

Con l’avvento del fascismo, però, in Italia la situazione cambiò.

Inizialmente si riteneva fosse possibile una collaborazione tra l’AC e il movimento fascista; per esempio, fu lo stesso governo Mussolini ad introdurre il Crocefisso nelle classi e l’insegnamento della religione cattolica nei programmi scolastici. Ben presto, però, i rapporti si incrinarono, poiché entrambi si contendevano l’educazione dei giovani.

La questione emerse in tutta prepotenza nella primavera/estate 1931 quando il governo fece chiudere tutti i circoli giovanili dell’azione cattolica con il chiaro scopo di eliminare l’unica concorrenza rimasta per raggiungere un unico modello educativo.

Negli anni a seguire, l’AC venne sempre più percepita come in pieno contrasto con le direttive e lo spirito del Partito Fascista.

A testimoniare ciò, per quanto riguarda il nostro paese, è utile riportare quanto indicato a conclusione di un Verbale della Gioventù Femminile di AC del 31 maggio 1931, il quale recita:

“I giornali parlano chiaro dello scioglimento dei Circoli Giovanili facenti capo all’Azione Cattolica. Il reverendo Assistente ci ha intimato la consegna dei distintivi e la sospensione di ogni attività.

Noi, quali figlie devote della Chiesa e della Patria, ubbidiamo sollecite, sperando sia una semplice prova, temporanea, che il signore c’infligge. Signore, sia fatta la tua volontà e non la nostra.

Cuore di Gesù, confidiamo in voi, in ogni evento.”

Anni ‘40

Gli anni ‘40 furono segnati dall’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale ed è in questo particolare clima che l’Azione Cattolica parabitana dovette affrontare i problemi connessi a questo periodo.

Nella relazione della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, inviata al Vescovo Gennaro Fenizia nel 1944, si legge così: “Opere caritative: anche con rinunzie personali che a volte hanno assunto, specie nelle piccole, sacrifici, le nostre socie non sono state ultime a contribuire, insieme alle sezioni preparatorie, al cesto del povero che il Rev.mo Parroco ogni anno a Natale e a Pasqua offre. Specie quest’anno, per i sinistrati di guerra.”

Emerge, poi, la richiesta di una benedizione particolare: “Chiediamo a Vostra Eccellenza una benedizione speciale per la nostra associazione, affinché possa continuare a risplendere, ad indicarci la giusta via, specialmente in questo periodo santo travagliato, in cui ognuna di noi ha bisogno di guida, per non essere travolta nell’onda del mondo crudele.”

Anni ‘50

Il secondo dopoguerra è caratterizzato da una ripresa del fervore associativo.

L’arciprete don Luigi Pino, nelle sue relazioni annuali, menziona diverse volte l’Azione Cattolica, sottolineando l’impegno nella comunità e l’attiva partecipazione dei suoi iscritti. Possiamo leggere che “Di particolare interesse è stata l’iniziativa [del giugno 1952] della consacrazione di 6 rioni del Paese al S. Cuore di Gesù, promossa dalla Gioventù Femminile di A.C. con la cooperazione dell’Apostolato della Preghiera. La preparazione - riferisce l’arciprete - è stata curata, ma la riuscita [è stata] oltre modo superiore all'aspettativa.”

Inoltre, “Il 27 [maggio 1954 vi fu] poi assemblea generale di tutta l'Azione Cattolica diocesana. Circa 1000 intervenuti. […] Chiuse la Manifestazione la Consacrazione alla Madonna e la Benedizione Eucaristica.”

Vengono citati nelle relazioni anche alcuni pellegrinaggi che l’Azione Cattolica organizzò in varie occasioni, tra cui quello, del 1952, a San Giovanni Rotondo, “per visitare P. Pio da Pietrelcina, famoso per fenomeni soprannaturali. I partecipanti, in prevalenza donne, sono rimasti in complesso soddisfatti.” O ancora quello, del 1959, a Catania e Siracusa “in occasione del Congresso Nazionale Eucaristico e della Consacrazione dell'Italia alla Madonna. […] Si ha avuto la ventura di parlare con la Signora che vide lagrimare la Madonna a Siracusa.”

Anni ‘60

Dal 1962 al 1965 si tiene il Concilio Vaticano II, che porta a un rinnovamento della struttura organizzativa dell’Azione Cattolica e alla nomina, nel 1964, di Vittorio Bachelet a Presidente della Giunta Centrale di A.C.

Per la prima volta, grazie al Concilio, si parla dell'Azione Cattolica come scuola di formazione per un laicato responsabile ed è in questo contesto che l'Azione Cattolica compie la “scelta religiosa” di non essere più legata ad alcun partito politico.

Riscoprendo le proprie origini religiose, il suo fine diventa l'evangelizzazione e la formazione cristiana.

Nel 1969, poi, l'Azione Cattolica si dà un nuovo Statuto, in cui la vita associativa si organizza intorno a due settori, Giovani e Adulti, che vanno a sostituire i precedenti quattro Rami (Gioventù Maschile, Gioventù Femminile, Unione Donne, Unione Uomini).

Nello stesso tempo, le Sezioni minori (Fiamme Bianche, Fiamme Rosse e Fiamme Verdi per i Ragazzi e gli Angioletti; Piccolissime e Beniamine per le Ragazze) vengono sostituite dalla neonata unica struttura dell'Azione Cattolica dei Ragazzi, l’ACR. che quest’anno, quindi, compie i suoi primi 50 anni.

Anni '70

Gli anni del dopo Concilio sono anni fecondi, in cui si avverte l’esigenza profonda di tradurre le intuizioni conciliari in prassi quotidiana. L’AC, quindi, sceglie di fare proprie le istanze proposte dal Concilio Vaticano II ribadendo la necessità, come Associazione, di mettersi a servizio della Chiesa locale.

In questi anni prende corpo l’intuizione educativa dell’AC, che si realizza attraverso la neonata ACR. Facendo leva sul taglio esperienziale, si inaugura un modo nuovo di fare catechesi e matura, con sempre maggiore consapevolezza, il fatto che l’attenzione educativa debba trasformarsi in stile ed esperienza di tutta quanta l’Associazione.

Nella nostra Parabita, in quegli anni, assume un ruolo fondamentale la figura di don Cosimo Barone, autentico motore instancabile dell’AC Parabitana.

Sotto il suo impulso le iniziative nascono e si moltiplicano, sempre con un occhio di riguardo rivolto ai “suoi” giovani: dall’istituzione della Messa “Beat” alle rappresentazioni teatrali, sia sacre che dialettali; dalla creazione delle “Olimpiadi” cittadine ai Premi di Poesia, e tanto altro ancora…

Grazie al suo impegno inesauribile, diverse generazioni di giovani sono cresciuti all’ombra dell’Azione Cattolica e molti di quei giovani si sono distinti in ambito sociale, lavorativo ed anche istituzionale, portando sempre con sé i valori appresi nel “Circolo Cattolico”.

Anni ‘80

A metà degli anni ’80 si dà vita alla stesura del Progetto Formativo apostolico unitario e si definiscono le metodologie ed i cammini formativi per le diverse età.

L’AC, poi, sollecitata dagli eventi internazionali, si apre alla dimensione globale, collaborando in maniera più attiva alle Organizzazioni cattoliche internazionali e promuovendo iniziative educative e di sostegno in zone segnate da svantaggio socio-economico.

Particolare importanza assume la figura del nuovo Papa San Giovanni Paolo II, il quale ha sempre nutrito un particolare affetto per l’Azione Cattolica. A tal proposito ci fa piacere ricordare un breve estratto del discorso del Santo Padre in occasione della VI Assemblea Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana del 25 aprile 1986: “A noi tutti è chiesto di essere protesi all'impegno di evangelizzazione. Un'evangelizzazione integrale, attenta ai problemi dell'uomo, comprensiva della promozione umana e sollecita dell'inculturazione della fede. Una evangelizzazione, che nasce dalla passione per la verità di Cristo e dall'amore per l'uomo, e che pertanto è ricca di dinamismo e capace di iniziativa. Il segreto della fecondità missionaria è, come ben sapete, la santità di vita: questa rimane dunque la priorità fondamentale negli impegni dell'Azione Cattolica. La preghiera, la prontezza al sacrificio, alimentate dalla fiducia filiale in Maria Madre della divina grazia, siano il punto di riferimento inderogabile della vostra vita.” 

A livello cittadino gli anni ’80 rappresentano anni di profondo cambiamento: sul territorio operano, ormai, non una ma tre Parrocchie, e in seno ad ognuna opera un’Associazione di AC. Pertanto sono anni faticosi, in cui il passaggio di molte figure importanti degli anni precedenti in altre Parrocchie porta a un “rallentamento” delle attività, almeno nell’Associazione della Parrocchia Matrice.

Anni ‘90

Il secondo millennio si chiude con una forte tensione verso il rinnovamento dell’associazione.

I cambiamenti sociali e culturali del contesto italiano, infatti, provocano l’AC a ripensarsi per rendere più efficace il proprio impegno educativo e pastorale. Si avverte l’urgenza, pertanto, di riscrivere il Progetto formativo, affinché il servizio alle singole comunità locali sia il riflesso di una Chiesa che sappia “inter-cedere”, sollecitando le domande di vita degli uomini e delle donne di fine millennio. 

Per la nostra parrocchia, gli anni ’90 sono stati anni di profondo cambiamento: la scomparsa di don Giuseppe Ferenderes porta dapprima ad un breve ritorno di don Cosimo Barone per poi approdare al mandato affidato a don Antonio Bruno. Soprattutto l’opera di don Antonio è stata importante per l’AC poiché ha gettato le basi per una rinascita delle attività, soprattutto a livello giovanile. 

Come ha detto Papa Francesco al Forum Internazionale di Azione Cattolica: «Storicamente l'Azione Cattolica ha avuto la missione di formare laici che si assumessero la propria responsabilità nel mondo. Oggi, in concreto, è la formazione di discepoli missionari. Grazie per aver assunto decisamente la Evangelii gaudium come magna carta». 

Quindi possiamo dire che proprio a partire dagli anni 90 l'AC comincia ad essere la nostra risposta ad una vocazione. In un tempo di distanze, chiusure, indifferenze dovute alla divulgazione e all'uso della tecnologia, noi che aderiamo all'AC puntiamo alla bellezza dell'essere insieme.

La vita di gruppo ci fa vivere esperienze significative per la cura del nostro io, per la crescita dei legami e per la ricerca del bene comune, partendo dalla nostra comunità e sperando di raggiungere l'intera società come dei veri discepoli missionari.

Anni 2000

L'AC ha una dimensione nazionale, diocesana e parrocchiale, abita la chiesa là dove essa vive, a partire dal servizio concreto e quotidiano nella parrocchia. Lì il membro di AC è chiamato a testimoniare la sua appartenenza associativa: l'AC è se stessa quando si pone a servizio della parrocchia in cui vive.

Oggi l'AC propone itinerari differenziati secondo le età e le condizioni di vita: riunisce i giovani e gli adulti in due settori i quali a loro volta, attraverso educatori motivati e preparati, si prendono cura dei bambini e dei ragazzi (da 0 a 14 anni) dando vita all'ACR.

Un'attenzione particolare, poi, al mondo del lavoro e della scuola è vissuta attraverso le iniziative di specifici movimenti (MLAC e MSAC) mentre l'attenzione alla dimensione universale della Chiesa ed internazionale del laicato organizzato è promossa attraverso il FIAC (Forum Internazionale di Azione Cattolica). 

Come ci ha detto Papa Francesco in occasione della Festa dei 150 anni dell’AC il 30 aprile 2017, «Cari soci di Azione Cattolica, il vostro appartenere alla diocesi e alla parrocchia si incarni lungo le strade delle città, dei quartieri e dei paesi. Come è accaduto in questi centocinquanta anni, sentite forte dentro di voi la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo... Allargate il vostro cuore per allargare il cuore delle vostre parrocchie. Siate viandanti della fede, per incontrare tutti, accogliere tutti, ascoltare tutti, abbracciare tutti».