CONOSCERE, PROGETTARE, CELEBRARE - L'équipe di animazione liturgica

1. Una preparazione di comune intesa
Ogni celebrazione cristiana è per sua natura ecclesiale:
Le azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa, che è «sacramento dell'unità» [...]. Perciò tali azioni appartengono all'intero corpo della Chiesa, lo manifestano e lo implicano; ma i singoli membri vi sono interessati in diverso modo, secondo la diversità degli stati, degli uffici e della partecipazione effettiva (SC, n. 26).
La molteplicità dei ministeri che contraddistingue l'assemblea cristiana e le numerose possibilità di adattamento delle celebrazioni previste dai libri liturgici richiedono però un'opera di coordinamento e di armonizzazione dei vari ruoli:
È necessario che prima della celebrazione il diacono, il lettore, il salmista, il cantore, il commentatore, la schola, ognuno per la sua parte, sappiano bene quali testi aspettano a ciascuno, in modo che nulla si lasci all'improvvisazione. L'armonica disposizione ed esecuzione dei riti contribuisce moltissimo a disporre lo spirito dei fedeli per la partecipazione all'eucaristia (PNMA, n. 326).
Non solo, ma per la preparazione delle celebrazioni è necessario anche un preciso metodo di lavoro:
La preparazione pratica di ogni celebrazione liturgica si faccia di comune intesa fra tutti coloro che sono interessati rispettivamente alla parte rituale, pastorale e musicale, sotto la direzione del rettore della chiesa, e sentito anche il parere dei fedeli per quelle cose che li riguardano direttamente (PNMA, n. 74).
Un corretto metodo di lavoro si sviluppa dunque in un ambito collegiale, nel quale - sotto la guida del parroco, che è il responsabile ultimo della vita liturgica parrocchiale - confluiscono e si rendono presenti tutte le varie competenze: questa è l'équipe di animazione liturgica.
La costituzione delle équipes liturgiche figura tra gli obiettivi prioritari dei vescovi italiani in tema di pastorale liturgica (cfr. anche Sinodo XLVII, cost. 88, § 3):
Ogni comunità avrà modo di promuovere al suo interno la formazione di gruppi liturgici per la preparazione e l'animazione delle celebrazioni soprattutto quelle domenicali e delle feste più importanti (CEI, Il rinnovamento liturgico in Italia, n. 9).
Più di recente, anche il papa Giovanni Paolo II ha richiamato l'esigenza di preparare «con speciale cura» le celebrazioni eucaristiche, specialmente quelle domenicali (Dies Domini, n. 50), sollecitando l'istituzione di iniziative e di gruppi a tale scopo:
Sono [...] molto lodevoli quelle iniziative con cui le comunità parrocchiali, attraverso il coinvolgimento di quanti partecipano all'Eucaristia - sacerdote, ministri e fedeli - preparano la liturgia domenicale già nel corso della settimana, riflettendo in anticipo sulla Parola di Dio che sarà proclamata. L'obiettivo a cui tendere è che tutta la celebrazione, in quanto preghiera, ascolto, canto, e non solo l'omelia, esprima in qualche modo il messaggio della liturgia domenicale, così che esso possa incidere più efficacemente su quanti vi prendono parte (Dies Domini, n. 40).
L'istituzione di una équipe di animazione liturgica è ovviamente frutto della maturazione dell'intera comunità parrocchiale, che non solo avverte l'esigenza di prepararsi nel modo migliore alle celebrazioni, ma che intende dar vita ad una Chiesa «tutta ministeriale», nella quale sia viva la collaborazione e la compartecipazione alla vita ecclesiale.
D'altra parte, presupposto essenziale per la nascita di un gruppo liturgico è la cura dei singoli ministeri: è difficile che un gruppo liturgico nasca se prima non è stato avviato il gruppo dei lettori, la schola cantorum, un gruppo efficiente di ministranti, ecc., alcuni rappresentanti dei quali poi potranno convergere in questa struttura di sintesi. Sarà infine il gruppo liturgico stesso a farsi promotore dello sviluppo di ulteriori ministeri.

2. La struttura
L'équipe liturgica parrocchiale è una struttura di comunione per la preparazione e la realizzazione delle celebrazioni: è dunque indispensabile che in esso convergano tutti coloro che in prima persona sono impegnati nell'animazione liturgica o che hanno un ufficio connesso alla vita liturgica della comunità.
Oltre al parroco o a chi abitualmente presiede le celebrazioni (vicario parrocchiale, presbitero collaboratore, diacono) ne faranno parte gli addetti al servizio dell'altare e del presidente, i ministri della Parola di Dio, i ministri del canto e gli animatori musicali, tutti coloro che, in vario modo, sono a servizio dell'assemblea (i commentatori, gli incaricati dell'accoglienza, il sacrista, chi cura la regia delle celebrazioni, anche chi predispone l'addobbo floreale e chi si occupa della pulizia e del riordino dell'aula), senza dimenticare i rappresentanti dell'assemblea.
Non a caso il Messale romano avverte:
Nel preparare la messa il sacerdote tenga presente più il bene spirituale del popolo di Dio che la propria inclinazione. Si ricordi anche che la scelta di queste parti [letture, orazioni e canti] si deve fare insieme con i ministri e con coloro che svolgono qualche ufficio nella celebrazione, senza escludere i fedeli in ciò che li riguarda direttamente (PNMR3, n. 352).
Ovviamente l'équipe è una struttura di coordinamento: ogni ministero e ogni tipo di servizio liturgico sarà quindi rappresentato solo da alcuni elementi. L'importante è non perdere di vista una prospettiva «globale»: i singoli membri non sono lì per difendere ciascuno il proprio spazio né per puro efficientismo, ma dialogare e confrontarsi mettendo le proprie competenze a servizio dell'assemblea, per aiutarla a diventare responsabile della propria preghiera e a vivere pienamente la celebrazione. Questo è l'obiettivo dell'animazione liturgica, che è un vero e proprio ministero.

3. Il metodo di lavoro
Programmare - Una équipe liturgica avveduta non procede semplicemente domenica dopo domenica, ma è capace di prevedere il cammino da compiere insieme all'assemblea, senza fare tutto da sé, ma coinvolgendo e attivando di volta in volta i ministri e le realtà necessarie. È dunque opportuno pensare ad un piano di lavoro annuale, identificando le esigenze principali, gli obiettivi da raggiungere, le scelte di fondo e gli strumenti da utilizzare. All'interno di questo quadro generale, una (tempestiva!) programmazione dei singoli tempi liturgici ci aiuterà a «declinare» il progetto annuale secondo le caratteristiche di ogni tempo, scandito dal ritmo settimanale.
Conoscere - Una buona animazione liturgica non può prescindere dalla competenza di chi la prepara. Il primo ambito di competenza riguarda la liturgia, in senso lato: per animare bene una celebrazione sarà opportuno anzitutto avere familiarità con i libri liturgici (Messale, Lezionario, rituali..., ciascuno dei quali è preceduto da una introduzione che aiuta a comprenderne la natura, il valore, gli orientamenti di fondo e le diverse opzioni celebrative) e con la Scrittura; ma sarà d'aiuto conoscere anche il linguaggio liturgico, le sue regole e le sue modalità espressive, senza trascurare le indicazioni del magistero.
Un secondo ambito di competenza riguarda il soggetto della celebrazione, cioè l'assemblea: per ben animare la liturgia è necessario conoscere in modo approfondito chi di fatto celebrerà: il numero dei partecipanti, la loro età, la composizione del gruppo, la cultura, il livello di fede, le motivazioni, le possibili tensioni, le capacità espressive... Per non chiedere più di quanto i fedeli possano dare, per non sostituirsi ai partecipanti, per tener conto - per quanto possibile - di tutti, e soprattutto perché il rito sia compreso e partecipato, l'animazione dovrà quindi essere calibrata sul tipo di assemblea che celebra.
Progettare - Ogni libro liturgico è anzitutto una miniera di indicazioni sulla natura e lo scopo del rito descritto: è questo il «progetto liturgico» che l'équipe è chiamata a conoscere adeguatamente e a concretizzare mediante l'animazione. Naturalmente l'animazione non potrà né dovrà realizzare l'intero progetto, limitandosi ad esprimerne una parte, ma domandandosi costantemente quale sia il cuore della celebrazione, quale sia il contesto in cui essa avviene e quali frutti essa debba realizzare nell'assemblea.
Preparare - La corretta comprensione della natura dei singoli riti, riletti alla luce dell'anno liturgico (ogni tempo ha sottolineature proprie), della parola di Dio e dei testi celebrativi (antifone, orazioni, ...), riferiti alla concreta assemblea che abbiamo di fronte dovrà poi concretizzarsi scegliendo, tra le diverse soluzioni rituali proposte dai libri liturgici, quella più adatta al progetto liturgico e al contesto.
Prevedere - Il passo successivo consisterà nella previsione di tutto il necessario per attuare l'animazione che abbiamo progettato e preparato: chi dovrà intervenire? (l'assemblea, il presidente, i ministri, altri soggetti che dovranno prendere pare all'azione, il regista...); come si svolgerà il rito? (i gesti, le modalità esecutive, la ripartizione dei compiti, i simboli, gli oggetti necessari, eventuali monizioni...); quando dovrà avvenire e quanto durerà? (stabilire l'esatta sequenza dei riti, fissare i punti di intervento, curare il ritmo celebrativo...); dove si svolgerà il rito? (curare i luoghi, la collocazione degli oggetti, definire i percorsi e gli spostamenti, organizzare la disposizione del luogo...)

CELEBRARE

È il momento in cui il progetto liturgico, concretizzato in una precisa animazione, a sua volta definita in una sequenza ordinata viene effettivamente svolto e attuato. Non ci si dimentichi mai di mantenere un clima di preghiera e di silenzio che renda «parlanti» i testi, i gesti e i simboli prescelti, curando il ritmo celebrativo ed evitando «vuoti», rifuggendo dai personalismi e ricercando sempre la sobrietà: quando basta una frase, non fare un discorso, quando basta una parola, non dire una frase, quando basta un gesto, non dire una parola, quando basta uno sguardo, non fare un gesto.
Verificare - Verificare significa «fare la verità» sulla realizzazione delle celebrazioni e sulla loro efficacia reale: si tratta quindi di ascoltare l'assemblea, recependo - più che le osservazioni degli «addetti ai lavori» - impressioni e reazioni dei presenti, e di discutere i risultati di tale ascolto, identificando i passi ancora necessari per migliorare la partecipazione. È importante compiere una duplice valutazione delle liturgie: sia immediatamente dopo la celebrazione, sia in un momento successivo. La revisione immediata permette di cogliere «a caldo» la positività o l'inadeguatezza delle scelte di regia celebrativa in funzione di una partecipazione consapevole e coinvolgente da parte dell'assemblea. La revisione successiva consentirà una riflessione più matura e pacata, offrendo la possibilità di considerare il miglioramento o meno della qualità celebrativa delle nostre liturgie e della risposta dell'assemblea. Il tutto senza scoraggiarsi: a celebrare si impara celebrando!